Fonte Nuova: la lotta alle discriminazioni spacca la maggioranza

Lieve spaccatura “politica” in Consiglio all’interno della maggioranza a Fonte Nuova. La proposta di indirizzo della presidente della Commissione Pari Opportunità e consigliera di maggioranza Silvia Fuggi fa il pieno di voti tra i banchi dell’opposizione, ma raccoglie 5 defezioni tra i consiglieri che sostengono la giunta. L’intento dell’odg presentato da Fuggi era quello di predisporre una campagna di sensibilizzazione per contrastare i fenomeni delle discriminazioni fondate su genere, orientamento sessuale, disabilità e violenza sulle donne. Un atto in continuità rispetto all’impegno dell’amministrazione e della consigliera Fuggi già attiva in questo senso con l’inaugurazione della panchina arcobaleno e con l’organizzazione di numerose iniziative, eventi e convegni per sensibilizzare la popolazione su questi temi.   
Micol Grasselli (Per Fare), Umberto Falcioni (La Prua) e Cristian Capriotti (Per Fare) hanno votato contro la proposta della collega, mentre Anna Teresa Frangella (FdI) e Mauro Paganelli (Per Fare) si sono astenuti. Il documento ha raccolto in ogni caso 15 voti favorevoli ed è passato a larga maggioranza. Difficile, però, non registrare il fuoco amico.  
Il capogruppo Pd Federico Del Baglivo ha espresso la propria soddisfazione per la linea scelta dall’amministrazione comunale, ma è fortemente deluso da astensioni e voti contrari dei consiglieri di maggioranza.
“Sono contento per la presa di posizione del Comune e per il lavoro fatto da Silvia Fuggi e per la posizione espressa dal sindaco – ha detto a margine del Consiglio l’esponente dem –, ma fortemente interdetto dal fatto che personalità della maggioranza così in vista come Micol Grasselli e Umberto Falcioni, ma anche Paganelli che viene dal centrosinistra, abbiano deciso di votare contro o di non prendere posizione rispetto a questa proposta. Evidentemente non hanno troppo a cuore gli appartenenti alla comunità Lgbtq+ che nel nostro Comune hanno queste problematiche e si aspettano di vederle riconosciute nelle modifiche alla Legge Mancino”.