FdI conquista Guidonia, è boom di voti. Il M5S risorge

È il giorno della festa, dei conti che premiano in maniera eclatante il centrodestra in Italia dove la disfatta per il Pd è un elenco pesante di seggi persi senza partita. I democratici vanno male al punto da arrivare dopo FdI persino in Toscana, la conta degli uninominali è una sequela di stroncature oltre le previsioni pessimistiche. Già si parla del post, del congresso, intanto nei territori si prendono le misure di quello che il voto politico decreta anche in vista delle elezioni regionali del Lazio che impensieriscono in un modo o nell’altro i maggiorenti di ogni schieramento. Il voto politico quanto trainerà nella decisione del dopo Zingaretti? Quali conseguenze sugli assetti delle alleanze? Pd e Cinque Stelle nel Lazio reggeranno? Se lo staranno chiedendo nel centrodestra in queste ore Marco Bertucci che sarà in pista con Fratelli d’Italia, e la consigliera regionale in carica Laura Cartaginese della Lega. Il partito di Salvini esce con le ossa rotte a vantaggio dei meloniani. Se lo starà chiedendo Marco Vincenzi del Pd, presidente del consiglio regionale, che non riesce ad andare in parlamento a causa di un collegio uninominale che era dato perdente allo start a cifre incolmabili nemmeno con un miracolo e con le chance però venute meno anche nel plurinominale per l’aria generale che è tirata, nera è proprio il caso di dire. Quali saranno adesso le sue prospettive politiche? A ragionare con i numeri, quelli dei risultati di Guidonia Montecelio (città e non collegio), il centrodestra intanto è la coalizione non solo più forte ma con la maggioranza assoluta. Alessandro Palombi si piazza al 50.26%, circa 19.907 voti cioè 10mila schede in più del centrosinistra-Pd con Marco Vincenzi che si ferma al 21.85% (8.653 voti) e con i Cinque Stelle che vanno (bene) al 16.3%, la candidata era Viviana Carbonara. Terzo Polo e Giovanna Marchese al 5.7%, un risultato deludente in un quadro nazionale dove d’altronde Calenda e Renzi bucano l’obiettivo del risultato a doppia cifra.

FdI è un fiume in piena: primo partito della città al 36.7% pari a ben 13.873 voti. Doppio il riferimento che fa capire da una parte il trend nel lungo periodo rispetto anche al travaso di voti dagli altri partiti, e nel breve periodo con le comunali. Rispetto alle consultazioni politiche del 2018, infatti, Fratelli d’Italia a Guidonia Montecelio (oggi nelle mani del coordinatore comunale Mario Pozzi, motore della politica della Meloni in città) cresce di 29 punti percentuali e 10.000 voti. Nel 2018 il partito stava al 7.8% con 3.345 voti quando la candidata del collegio era la leghista Barbara Saltamartini che prese come coalizione il 36.6% contro il 50.26% attuale di Palombi. FdI alle precedenti elezioni politiche era d’altronde il fanalino di coda della coalizione che vedeva la Lega al 15.6% (6.656 voti) e Forza Italia al 14% con 6002 voti. Oggi la musica è cambiata: la Lega dimezza i suoi voti, dopo quattro anni sta al 7.4% (2.810 voti), e Forza Italia lo stesso, sta al 6.5% (2.465)

Ma c’è un altro riferimento più vicino anche se si tratta di una elezione comunale. A giugno Guidonia ha rinnovato il consiglio e il sindaco in un quadro falsato (dal punto di vista dei riferimenti sulla scheda) dalla presenza di una mega coalizione civica che ha vinto. Dopo tre mesi gli elettori di Guidonia hanno direzionato di nuovo il proprio voto dal civismo ai simboli di partito. Deve essere così se Fratelli d’Italia alle comunali prendeva il 13.6%, cioè 23 punti percentuali in meno, quasi 10mila voti che dalle urne locali a quelle nazionali si sono aggiunte per il partito della Meloni. Un balzo in avanti incredibile. Certo, le elezioni politiche rispondono ad altre logiche più generali di appartenenza e il fenomeno Giorgia Meloni (anche per forte incapacità degli avversari) ha dominato la seppur breve campagna elettorale attraendo quindi voti come un magnete. Unica forza politica all’opposizione del Governo Draghi, tutto conta, vero. Ma a livello locale c’è anche una peculiarità. A Guidonia Montecelio il Biplano è volato verso casa. La lista civica, la più forte della coalizione che ora amministra, e diretta emanazione del sindaco Mauro Lombardo, era stata attenzionata speciale nel dopo urne da chi faceva l’analisi del voto. Cioè 11.3% e 3.336 voti che per forza di cose il gruppo aveva in qualche modo tolto a FdI lasciandola al 13%. Un flusso elettorale quello del Biplano che avrà premiato il partito di “Giorgia” invece alle politiche senza colmare comunque il gap tra le due consultazioni ravvicinate e in un quadro nel quale, dalle comunali alle nazionali, la Lega conquista 500 voti in più e Forza Italia ne prende esattamente 1.000 in più. Viene da dire che al di là del ruolo accentratore del cartello civico alle comunali, il forte astensionismo in quella occasione deve avere lasciato a casa una fetta di elettori di destra evidentemente non convinti dalla proposta politica locale che la coalizione aveva avanzato per le amministrative.

Il centrosinistra a traino Pd come coalizione con Vincenzi in città prende il 21.85% (8.653 voti), meglio di come fece nel 2018 il candidato Aldo Cerroni (18.2% e 8.144 voti) ma sempre un risultato da cocente sconfitta. A differenza di quello che è accaduto nel centrodestra, il Pd come lista mantiene di fatto il suo consenso in termini assoluti tra le comunali dove aveva preso 5.598 voti (non bastati neanche per arrivare al ballottaggio) e le politiche con 6.206 schede, ma in termini percentuali i democratici dal 19% passano al 16.4%, e accanto ci sono Impegno Civico Di Maio 0,6%, Verdi e Sinistra 2.4% e Emma Bonino 2.3%. 

Clamoroso Movimento cinque stelle: a Guidonia Montecelio alle elezioni amministrative è stato spazzato via senza riuscire a prendere nemmeno un consigliere comunale. La maggioranza uscente guidata dall’ex sindaco Michel Barbet aveva ottenuto il 4.6% e 1.335 voti. Una caduta dal precipizio cartina di tornasole della bocciatura montata dalla città. Dopo tre mesi, il Movimento Cinque Stelle alle politiche si attesta come terzo partito di Guidonia Montecelio e per meno di 100 voti di stacco dal Pd che è secondo. Quando nella notte dello scrutinio giungono i risultati, in molti seggi è testa a testa tra Pd e M5S. Il progetto dell’ex premier Conte, al di là delle presenze nei comizi, ancora convince e mobilita anche nella terza città del Lazio. Viviana Carbonara alla Camera con il Movimento Cinque Stelle raggiunge quota 16.3% (6.166 voti). Loro rivendicano subito il risultato: “Siamo pronti a ricostruire il nostro progetto politico”. Insomma, non era finita lì.