Home Parentesi Quadra Elezioni Guidonia, colpi di scena a go go: Ferraro rifiuta e niente mega alleanza. Riflettori ora su Cuccuru e Trapazzo

Elezioni Guidonia, colpi di scena a go go: Ferraro rifiuta e niente mega alleanza. Riflettori ora su Cuccuru e Trapazzo

Elezioni Guidonia, colpi di scena a go go: Ferraro rifiuta e niente mega alleanza. Riflettori ora su Cuccuru e Trapazzo

di Gea Petrini

Non durano ventiquattro ore ormai le “disponibilità”, per usare un termine che nel gergo politico significa: a determinate condizioni mi metto in gioco. L’ulteriore giro di boa a Guidonia Montecelio segna la data di oggi, e giunge attraverso una email arrivata a un notabile del Pd e poi girata a fronti diversi: Bruno Ferraro rifiuta la candidatura a sindaco. Sembra ormai uno schema, nell’arco di ventiquattr’ore trapela il via libera e poi piomba il “no”. La stessa dinamica era avvenuta con il top manager Marco Rettighieri, adesso è toccato all’ex presidente del tribunale di Tivoli. E’ la seconda volta in realtà che Ferraro rimanda indietro l’invito: la prima con Forza Italia, dopo il tentativo di Andrea Mazza voluto anche da Stefano Sassano, e sempre via posta elettronica. Certo è che da quella proposta iniziale era mutato totalmente lo scenario, inquadrato come figura autorevole da spendere nel centrodestra, l’ex presidente secondo le indiscrezioni di ieri sarebbe dovuto essere invece il leader di una ampia coalizione civica in cui i principali partiti svestiti dei simboli, cioè Pd e Forza Italia, uniti alle forze civiche già in campo si sarebbero dovuti ritrovare sotto la guida del magistrato. Riunioni a getto continuo e telefoni impazziti, tra favorevoli e contrari, il quadro si trasforma ancora e solo a distanza di poche ore. A meno di un mese dalla presentazione delle liste, le formazioni non possono più perdere tempo.

Azzerata l’ennesima strategia, si torna se non ai nastri di partenza, quasi. Nel centrodestra, Forza Italia archiviato Ferraro riprende il filo da tre giorni fa: l’ex sindaco Eligio Rubeis punta su uno dei suoi vedendo bene in realtà Alessandro Messa di Fratelli d’Italia. L’area di Andrea Mazza è in dialogo serrato con la componente di Stefano Sassano per tirare fuori un nome che segua il criterio del documento Massini, cioè di un esterno all’ultimo governo nel segno della famosa discontinuità. Un profilo c’è, avanzato proprio da Sassano, si tratta di Alberto Cuccuru, un avvocato forte nell’associazionismo, espressione della società civile, proveniente dal mondo scout. Intanto in casa meloniana si attendeva l’esito dell’affaire Ferraro, naufragata l’opzione il partito marcerà rivendicando la candidatura in coalizione, pronti ad andarsene da soli in caso di dinieghi, e qui il candidato è Alessandro Messa. Caso nel quale sarebbe possibile vedere Marco Bertucci organizzare una civica, che d’altronde il simbolo già ce l’ha. Nella panoramica poi c’è Noi con Salvini che avrebbe già pronto un nome da schierare nell’arena per possibile corsa in solitaria.

Nel mondo civico (tolto Antonio Tortora che è in gara già da luglio scorso) i riflettori sono sul cartello delle cinque. Intanto meglio aprire una parentesi, guai a chiamarli cerronian-lombardiani, il movimento futuro Italia che fa parte dell’alleanza si mostra piccato che più non si può soltanto a leggere la definizione: “Riteniamo che tale etichetta sia irrispettosa sia nei confronti dell’autonomia delle singole liste civiche, sia nei confronti del nostro Movimento che ha un’organizzazione e una rappresentanza”. Così scrive la lista legata a Cerroni dove sarebbe in corsa l’ex assessore Anna Angelini, che fu in Giunta proprio per conto dell’avvocato di Guidonia Domani. “La partecipazione ad un percorso comune, la condivisione sulle soluzioni alle criticità di Guidonia, la scelta comune di valorizzare le risorse umane che la società civile oggi propone, non possono essere scambiate nella subordinazione ad un nominativo”, bacchettano la stampa mentre anche in quelle latitudini scorrono ore ad alta tensione. L’ipotesi Ferraro aveva creato interrogativi, sfumata, le cinque andranno avanti con la candidatura che avevano già individuato una settimana fa, spuntata nella rosa a tre tra Aldo Cerroni e Roberto Gagnoni. Le civiche si sono incamminate dopo ampie discussioni interne su una direzione precisa: affidare la leadership a un alto profilo, terzo rispetto alle dinamiche politiche locali. Ed è un magistrato in pensione di Roma, Luigi Trapazzo, nato a Capua, 78enne, con un lungo e corposo curriculum, magistrato tributario, per tre anni all’Enav, ha assunto ruoli di alta dirigenza nel ministero della Giustizia (negli anni ’80 e poi di nuovo negli anni ’90), consigliere giuridico e direttore amministrativo del San Camillo Forlanini, e molto di più. Il nome è stato avanzato dal Biplano trovando a quanto pare ampia convergenza tra le file civiche. Nello scenario frizzante e dal tocco caotico resta poi il Pd. Le primarie del 23 aprile sono sullo sfondo, il 18 scadono i termini per la presentazione delle candidature mentre ancora si verificano strade alternative di più ampio respiro. Con quali esiti, è tutto da vedere.

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