De Dominicis: “Sono ancora la capogruppo del Pd”

Scoppia lo scontro nel partito democratico e scintille nell’opposizione di Guidonia Montecelio. “Sono ancora capogruppo del Pd” dice Paola De Dominicis dopo che il partito e il resto dei consiglieri, Emanuele Di Silvio, Mario Lomuscio e Simone Guglielmo hanno sconfessato la sua linea. Tutto parte dai concorsi dell’amministrazione di Guidonia contestati dalla minoranza per una serie di anomalie nei bandi. Dopo attacchi e diffide, ieri la decisione di portare l’intero plico in Procura a Tivoli, una decisione di impatto che ha generato il caos nel Pd. Paola De Dominicis, infatti, ha firmato l’esposto anche se il resto del gruppo era contrario, così come il partito. Per il Pd gli errori nel bando sono frutto di una superficialità tutta da condannare, ma una cosa è il copia e incolla insomma, e un’altra la manomissione delle carte. Così con una nota da toni molto duri, i colleghi e il partito in nome del commissario e segretario provinciale Rocco Maugliani hanno messo alle strette la De Dominicis sconfessandola. Un colpo politico non di poco conto, l’apice di tensioni interne sempre più forti con la consigliera in posizione isolata rispetto al resto del gruppo.

La replica della De Dominicis arriva sedici ore dopo.

“La politica è anche, se non soprattutto, coerenza nei comportamenti e il mantenimento degli impegni assunti con gli elettori. Altrimenti, è #semprelasolitastoria. L’anteporre il proprio al bene comune. Nessuno sconfessa nessuno, al limite si sconfessano da soli quelli che non onorano gli impegni a suo tempo assunti con la nostra comunità. Il mio è, e resta, un percorso politico coerente, limpido e lineare, scevro da furbizie e calcoli rispetto possibili tornaconti. Mi pare di capire che il Pd ormai, pure a Guidonia Montecelio, è organico (subalterno?) al Movimento 5 Stelle. Lo si dica chiaramente in un comunicato a tutti quelli che l’hanno votato e chi di dovere se ne assuma le responsabilità. Ognuno di noi, ne trarrà le conclusioni”.

“Sono ancora la capogruppo del Pd e non sarà di certo il titolo di una Testata locale a rendermi “ex”. Mi pare, inoltre, abbastanza imbarazzante il fatto che un partito decida quali atti amministrativi abbiano o meno rilevanza penale. Un compito, questo, che spetta alla Magistratura. Credo che si confondano i ruoli e si tirino in ballo termini, come “giustizialismo”, che nulla hanno a che vedere con quanto sta accadendo ultimamente a Guidonia Montecelio. Sui concorsi pubblici, sulle graduatorie a scorrimento, ovunque svolte, chiediamo sia fatta chiarezza. Mi sembra il minimo dovuto rispetto ai molti che non hanno un lavoro né, tanto meno, un posto fisso, una consulenza, un incarico in qualche segreteria politica”.

È chiaro sotto il cielo di Guidonia che la querelle sui concorsi abbia scoperchiato ben altre incompatibilità di vedute. La prospettiva di una alleanza tra i democratici e i cinque stelle è una possibilità dettata dal quadro nazionale e regionale ma tutta da testare a livello locale, anzi sicuramente in salita. Eppure, la sola eventualità agita gli animi in opposizione. Si schierano all’unisono seppur da diverse stanze i civici attraverso Aldo Cerroni e dall’altra parte Attiva Guidonia, il gruppo delle due ex fuoriuscite cinque stelle Anna Checchi e Lorena Roscetti capitanate da Roma da Davide Russo. Scendono in campo nelle stesse ore del sabato mattina, Cerroni sui social e le attive di Guidonia con una nota stampa, tutti in “solidarietà” alla De Dominicis. Le attive tuonando contro i “giochetti di palazzo” e Cerroni con un’invettiva al vetriolo contro i vertici del Pd. “Ed è così che la segreteria provinciale a tempo indeterminato del Pd, protagonista assoluta di 15 anni di continue, ininterrotte, epocali sconfitte nella terza città del Lazio dalle vette iperuranie del borgo di Vicovaro decide i destini di una città di quasi 100.000 abitanti eseguendo a memoria uno spartito scritto altrove di cui è, da sempre, affidabile interprete. Mentre chiude il partito nella gabbia ideologica per evitare capacità espansive – dice Cerroni – con piglio squadrista ed autoritario reprime le bizze giustizialiste di un capogruppo ormai non più gradito con la scusa del garantismo. Nel contempo sostiene l’amico/sodale 5stelle nel tentativo di costruire una coalizione elettorale tanto innaturale quanto ovviamente, e per l’ennesima volta, perdente. Insomma è avviata la strategia solita per perdere le elezioni del 2022 e purtroppo c’è chi non se ne accorge o fa finta”.

Certo che pensare a una futura alleanza tra Polo civico e Pd alle prossime amministrative sembra impossibile. E il dispiegamento di forze in queste ventiquattro ore di fuoco non è casuale. La triangolazione dei contatti, d’altronde, secondo i bene informati va avanti da un po’, e il polo civico potrebbe essere l’approdo di Paola De Dominicis, e con il Polo si intende anche Italia Viva, visto che Cerroni orbita stabilmente da quelle parti superati i confini della città.