Chi guiderà il centrodestra Messa o Pozzi?

Gennaio è la scadenza che i maggiorenti dei partiti a destra e a sinistra hanno posto per scegliere il candidato sindaco in vista delle elezioni amministrative a Guidonia Montecelio nel 2022. Più facile a dirsi che a farsi, visto che lo scacchiere al momento regala troppi candidati da una parte, nessuno dall’altra e il mondo civico che a modo suo si prepara alla competizione. Si capisce quindi come dicembre sarà un mese molto caldo per la politica non solo locale, sul destino della terza città del Lazio vengono investite d’altronde le segreterie regionali (e a salire).

Messa o Pozzi: chi sceglierà il centrodestra?

In un quadro instabile, il centrodestra parte con qualche certezza in più. Ci sono già due candidati sindaco. Il primo? Alessandro Messa, coordinatore cittadino della Lega, avvocato, l’uomo della destra, le radici a Villalba, pronto sempre con un video quando c’è da denunciare un disservizio, il degrado. La candidatura di Messa sul tavolo del centrodestra è realtà già da qualche settimana, in attesa delle trattative. E dovranno esserci visto che l’altra sera, intanto, Fratelli d’Italia in una plenaria dei dirigenti ha indicato il proprio nome da proporre agli alleati per guidare la coalizione, Mario Pozzi. Il coordinatore cittadino, 32 anni appena compiuti, con importanti incarichi nazionali nel partito, a capo di Modavi, è il golden boy sul quale all’interno puntano tutti da Marco Bertucci a Antonio Tortora. E Forza Italia? Avanzerà il nome di Maurizio Massini, segretario del partito, ingegnere, protagonista insieme a Stefano Sassano della rinascita del partito dopo i disastri del post amministrazione Rubeis. Tre nomi per una candidatura, adesso sarà compito dei partiti trovare una sintesi. Quello che si immagina è che la decisione si stringerà di fatto a due proposte, Messa e Pozzi, e la capacità aggregativa potrà essere determinante per valutare quale dei due fare avanzare in posizione leadership. Da questo punto di vista il ruolo di Forza Italia sarà cruciale, come la possibile intesa (da secondo turno, per carità) con altre forze politiche civiche. Se i partiti di Guidonia non scioglieranno il nodo tra Messa e Pozzi, la partita passerà a Roma, con esiti imprevedibili.

Pd e Cinque Stelle senza candidato

Dall’altra parte del campo è buio pesto. Il partito democratico è entrato in Giunta con i cinque stelle, un’esperienza che ha mostrato nelle prime settimane subito delle difficoltà soprattutto in termini di rapporti di forza interni, in particolare intorno al ruolo di Elisa Strani, poi promossa vicesindaco ma in fibrillazione permanente con chi ha preso il suo posto alla Cultura, la democratica Rosaria Morroi. Un braccio di ferro che al di là delle normali tensioni di inizio corsa, è diventato più forte quando si è trattato di capire le competenze in ambito sport (l’affidamento del Palazzetto) e non solo. Mentre nel Palazzo si cerca di fare quadrare l’alleanza, dall’altra, fuori, si cerca il candidato sindaco. La disponibilità di Michel Barbet di fare un passo indietro nella ricandidatura per facilitare l’intesa con il Pd, troverà un senso solo se il candidato sarà una figura terza che si metterà a capo della coalizione che stanno provando ad allargare alla sinistra, anche se c’è chi quota Filippo Silvi (emblema di quello che resta della sinistra) vicino al nuovo polo civico. Due i nomi circolati, il primo quello di Marco Rettighieri che i bene informati danno però ormai per archiviato per incompatibilità di prospettive, e il preside del polo liceale Eusebio Ciccotti, ipotesi tramontata anche quella perché il diretto interessato avrebbe gentilmente declinato. Un bel guaio questo deserto, considerando non solo che dall’altra parte come si è detto la trattativa è già in stato avanzato, ma che nel frattempo i papabili interni si fanno sentire. Se nei cinque stelle molti sostengono che Elisa Strani è spinta da alcuni, ma troppo divisiva tra i cinque stelle solo per poterne parlare, dall’altra ci sono pezzi da novanta di consiglieri. Emanuele Di Silvio ha pubblicato su Facebook un video ricordo della campagna elettorale del 2017 quando correva da sindaco, prendendo sempre il grande numero di like e commenti e frasi appassionate di sostenitori. Che vorrà dire quel video? Chissà. Per non parlare di Simone Guglielmo che aspira alla candidatura ormai da anni, prova del nove le rotture e i venti gelidi come l’ultima volta. A quanto dicono i bene informati, Guglielmo sarebbe arrivato allo scontro sul tema della candidatura con il suo referente regionale Marco Vincenzi che si sarebbe mostrato irremovibile, visto il quadro generale, nel porre la necessità di una candidatura terza rispetto ai partiti. E certo se il riflettore tornasse internamente, in gioco potrebbe esserci anche il consigliere Mario Lomuscio. Un rebus che il segretario provinciale Rocco Maugliani, che si è avviato verso la riconferma in un congresso unanime, sarà chiamato a sciogliere anche in qualità di commissario cittadino.

Il nuovo polo civico punterà su Mauro Lombardo, intanto arriva De Dominicis. E poi c’è Zarro

Quattro saranno i poli certi alle elezioni (per il momento). Centrodestra, Pd e Cinque stelle, poi c’è il mondo civico. Sarà candidato sindaco Claudio Zarro con Uniti in Comune e una sfilza di liste che andranno pesate nelle urne. E grande attenzione sulle mosse del polo civico, anzi il nuovo polo civico come preferiscono essere chiamati adesso. La compagine che conta su tre consiglieri comunali tanto per cominciare diventerà un gruppo a quattro in opposizione. Manca poco, infatti, all’ufficialità dell’ingresso dell’ex capogruppo democratica Paola De Dominicis, uscita dal Pd proprio in rottura con la decisione di andare al governo con i Cinque Stelle. Se in aula ci sarà questo ingresso, sul fronte della candidatura, tutto sembra portare a Mauro Lombardo della civica Il Biplano come punta di diamante nella competizione elettorale. Una scelta che, tra l’altro, aprirebbe interessanti possibilità sul fronte delle alleanze con il centrodestra in caso di mancata unità di intenti tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Si capirà all’ombra intermittente dell’albero di Natale.