Addio Domenico De Vincenzi. Politico appassionato che ha fatto la storia di Guidonia

Appassionato profondo conoscitore della sua città: è morto questa mattina Domenico De Vincenzi, 67 anni, una vita spesa per la politica e per Guidonia Montecelio.

Gli inizi del suo percorso con il Partito Comunista Italiano, fino al Pd: consigliere comunale, assessore, vicesindaco, diversi i ruoli che ha ricoperto negli anni, e poi gli incarichi nelle aziende regionali, ma determinante nel salto di visione di De Vincenzi, è stata soprattutto la lunga esperienza alla guida di Cotral Spa, prima da vice e poi da presidente. Era proprio a capo dell’azienda regionale dei trasporti nel 2014, quando si è candidato sindaco a Guidonia Montecelio con il centrosinistra dopo una brillante ma complicata stagione all’opposizione della prima Giunta di centrodestra. De Vincenzi aveva messo tutto se stesso in quella battaglia politica, nell’aula del consiglio comunale, nelle piazze di una campagna elettorale dominata dalla macchina da guerra del potere e da pesanti denunce politiche. Dopo la sconfitta elettorale, di nuovo nei banchi di minoranza a guidare il Pd nel biennio caldissimo fino allo scioglimento anticipato del consiglio comunale. È stata l’ultima grande battaglia politica di De Vincenzi, per il partito e la sua città, combattuta in prima linea, con il coraggio e la determinazione che anche gli avversari gli hanno sempre riconosciuto.

Domenico De Vincenzi era tante cose. Un vero politico, un uomo appassionato, un amico leale anche quando si stava da un’altra parte rispetto alla sua. Un abilissimo oratore, temuto e amato con la stessa intensità: i suoi interventi in consiglio comunale erano lezioni di politica, messaggi per gli avversari, ponti per gli alleati.

Aveva una dote abbastanza rara: riuscire ad andare oltre quello che è visibile, e soprattutto leggere con anticipo i fatti. Ma pensare a De Vincenzi come a un politico di strategia e basta, è un errore gigantesco. De Vincenzi, infatti, aveva il fuoco dell’autenticità. Commetteva errori e si rialzava. Perdeva, vinceva. Sapeva rendersi impossibile, indispensabile, si arrabbiava, sperava, apparteneva a quella generazione di politici in cui i sentimenti sono tutt’uno con l’obiettivo. Capace di scontri epici e di uguale mediazione, De Vincenzi stava in mezzo alle persone, nei luoghi del lavoro, nei quartieri dove è più difficile dire che va tutto bene, proprio come Villalba.

È stato un riferimento nel Pd, e per l’area politica cresciuta con lui e intorno a lui. Così si capisce come la notizia della sua scomparsa abbia gettato nello sconforto una intera comunità di persone, scuotendo il mondo politico.

“Siamo di fronte a una perdita per la città: Domenico De Vincenzi ha fatto la storia di Guidonia, è stato protagonista di importanti battaglie”. La capogruppo del Pd Paola De Dominicis, vicinissima politicamente e personalmente al “grande Domenico”, al mattatore della politica di Guidonia, ha la voce rotta dall’emozione. “De Vincenzi è stato un leader per il partito e per il suo gruppo, una guida per tutti noi. Ma per me, prima di tutto questo, era un fratello, una persona di famiglia, un punto di riferimento”.

È la città a tributargli l’addio nelle parole del sindaco Michel Barbet e dell’intera amministrazione: “Vicesindaco, consigliere comunale, Domenico De Vincenzi è stato uno dei protagonisti della vita amministrativa di Guidonia Montecelio. Una personalità importante che ha determinato molto nel nostro Comune, ci stringiamo intorno alla famiglia e ai suoi amici”.

Nel partito democratico sono le ore più difficili. Lo dice il segretario provinciale Rocco Maugliani: “Si tratta di una delle notizie più dolorose che la nostra comunità politica potesse ricevere, una delle più dolorose per il Partito Democratico di Guidonia, per la città di Guidonia. Domenico era un uomo a tratti anche duro, con un carattere forte con cui era impossibile non scontrarsi. Domenico era una delle persone più intelligenti che abbia mai conosciuto, uno con cui era impossibile non confrontarsi perché ne uscivi arricchito anche quando rischiava di sommergerti, e se non eri sufficiente strutturato lui ti sommergeva. Domenico aveva una sua coerente umanità perché Il partito comunista di Guidonia, dal quale proveniva, è stato una scuola per molti, di vita prima ancora che di politica, e i rapporti umani, quelli veri, con le idee e i sentimenti che li sostanziavano, sopravvivevano sempre a qualsiasi prova e sono sopravvissuti nel tempo nei partiti che ne sono derivati. C’è un patrimonio enorme di cui siamo custodi ed eredi e questa è una responsabilità di cui talvolta ci dimentichiamo e che ci viene addosso in maniera prepotente quando qualcuno di quelli che quel patrimonio lo ha costruito se ne va.  Mi mancherai Domenico. Mi mancherai tanto”.

Un partito in lutto. “In questo momenti siamo tutti attraversati da un sentimento comune per una perdita enorme”, dice il consigliere regionale Marco Vincenzi. “Domenico era una persona straordinaria, parte della storia di Guidonia e non solo di Guidonia, dal punto di vista politico, sociale. Domenico aveva doti umane eccezionali, sapeva interpretare gli interessi della propria comunità e i sentimenti umani delle persone”.

Anche sui social i compagni e amici di partito hanno lasciato il proprio ricordo. Il senatore e segretario regionale del Pd, Bruno Astorre: “Ci sono notizie che non vorresti mai ricevere. Anche se a volte le strade prendono direzioni diverse, resta il ricordo del tanto che si è condiviso. Ciao Domenico, amico mio, che la terra ti sia lieve”. Il consigliere comunale Emanuele Di Silvio: “Oggi ci lascia un amico, un compagno di partito, una persona che ha scritto pagine importanti della politica della nostra Città. Ciao Domenico”.

Una generazione di politici, quella dei quarantenni, che ha guardato a lui, imparando anche nello scontro. “Oggi Guidonia Montecelio perde una grande persona e un grande politico – dice il consigliere Mario Lomuscio – sono un fatto oggettivo la sua lungimiranza e la sua perspicacia. Aveva una capacità politica superiore in questo territorio. Anche nei forti scontri abbiamo imparato tanto da lui. Un punto di riferimento per la politica e per tanti giovani”.

Telefonate infinite, la risata squillante, lo sguardo avanti, al futuro, comunque.